Torre di Manfria

Eccola lì che si erge sulla collina che sovrasta tutto il golfo di Gela, si tratta di un importante monumento che si può osservare in contrada Manfria, a quindici chilometri da Gela, è quel che rimane di una torre di avvistamento e difesa denominata “Torre di Manfria”. 

La leggenda del gigante Manfrino

Ecco perché non poteva mancare la leggenda di Manfrino (della quale esistono diverse versioni), gigante buono e sfortunato, a guardia di un tesoro nascosto, in riferimento al ritrovamento di monete greche e romane nella zona e di una formazione rocciosa interpretata dai più come la sua orma lasciata nella roccia. “Un uomo tanto grande da identificarsi con il nome di Gigante, altri nomi non conosciamo di questo personaggio così grande ed anche così buono”. Il Gigante aveva una sorella bella e splendente nella sua giovinezza e che per riservatezza non usciva mai dalla sua terra, tanto che nessuno sapeva il suo nome e quindi la chiamavano “la bella CastellanaLa Torre di Manfria aveva annesso un grande territorio che arrivava vicino al Castello di Falconara, suo confinante, che ospitava tanti alberi secolari da frutta, palme, campi da orto, ruscelli di acqua limpidissima e una distesa di fiori che il Gigante aveva voluto coltivare per la gioia della sorella a cui tanto piacevano. Tutto questo, si dice, lo avevano ereditato da un cavaliere di Malta di cui non si conosce il nome. Il Manfrino non stava mai fermo e con il suo cavallo era sempre in giro. Un giorno, in una di quelle galoppate, vide in lontananza una bellissima figura di donna, aveva una folta chioma bionda, vestita con eleganza e si muoveva con una grazia che lui non aveva mai visto in altre donne, che si aggirava nei suoi campi come se si fosse perduta. Il nostro Gigante spronò il cavallo a tutta velocità per andarle incontro e conoscerla, ma allorquando arrivò nei pressi di lei, quella figura svanì nel nulla come per incanto.
(Fonte: gela.italiani.it/storia-leggenda-la-torre-di-manfria/)
ECCO ALCUNI MIEI SCATTI.






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