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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

Festa della Madonna dell’Alemanna a Gela

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L'8 Settembre a  Gela , in provincia di Caltanissetta, si celebra la festa della Madonna dell'Alemanna, patrona della città, dal 1450 anno del ritrovamento dell' icona in stile bizantino  della Madonna. Nel punto in cui fu portata alla luce l'icona della Madonna, in suo onore fu innalzata una chiesa, il  Santuario di Maria SS. dell'Alemanna . L’icona della Madonna , venerata a Gela come patrona, fu portata in quella città dai  Cavalieri dell’Ordine Teutonico  e secondo la testimonianza dell’abate Rocco Pirro, il culto a Maria SS. D’Alemanna trae la sua origine proprio dai Teutonici. I Teutonici furono chiamati nell’isola Alemanni (nell’uso poetico e letterario col nome di Alemanni si trovano spesso indicati i Tedeschi), e perciò la chiesa di Santa Maria dei Teutonici era la chiesa di Santa Maria degli alemanni o dell’Alemanna. I racconti popolari, tramandati da generazione in generazioni, parlano del rinvenimento della venerata  i cona di Maria SS. d’Alemanna in

Vasi attici di Gela nel mondo

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L’interesse sul reperimento  di  luoghi, musei e collezioni private, in cui si trovano i reperti archeologici di Gela, vasi greci in particolare, trafugati nel corso degli ultimi 150 anni, ha da sempre coinvolto studiosi e cultori di patrie memorie i quali hanno tentato con alterne vicende di censire questo prezioso ed enorme patrimonio.      Interessante sotto questo aspetto è una vecchia pubblicazione, di Paolo Orsi, sugli scavi archeologici condotti nel nostro territorio nel primo quinquennio del 1900 ( Gela, scavi del 1900-1905, Roma 1906)  che, oltre a rappresentare un vero e proprio diario di scavi con la descrizione dei reperti venuti alla luce, ci fornisce delle notizie interessanti sul loro trafugamento perpetrato a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Così, tra l’altro, si legge dell’esistenza di diversi possidenti (in particolare Russo, Aldisio, Mallia, Nocera, Navarra, ecc.) che riuscirono a collezionare una cospicua quantità di vasi greci, e non solo, che in buona

Feste e tradizioni a Gela

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La Festa della Madonna di Bittalemmi a Gela La Madonna di Bittalemmi è venerata presso una cappella votiva situata vicino alla foce del fiume Gela. Una volta le donne del popolo arrivavano sin qui recando dei recipienti di olio che servivano ad alimentare la fiamma della lucerna. Sul luogo dove è costruita la cappella votiva pare che un tempo esistesse un’ara destinata al culto di Demetra e Persefone. Festa di Ognissanti a Gela “Si nun veninu li morti nun camininu li vivi”, recita un antico proverbio gelese a testimoniare il rapporto che il gelese vive con l’aldilà. Un tempo le mamme raccontavano ai loro bimbi che nella notte tra l’1 e il 2 novembre i defunti tornassero sulla terra per regalare dolci e doni a quanti avessero pregato per loro. E così, il giorno della commemorazione dei defunti, assumeva per i bimbi il tono di un giorno atteso e vissuto con grande gioia, profumante di frutta martorana e pupi di zucchero. Festa del SS. Crocifisso a Gela Trad

La battaglia di Gela del luglio 1943

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Una storia nella storia quella dello sbarco degli Alleati in Sicilia che condusse alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Un racconto in cui si intrecciano decisioni politiche, eventi bellici e vicende umane dentro quel dramma che porta con se ogni tipo di guerra. Testimoni del tempo a distanza di 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale non sono solo gli anziani che hanno vissuto la guerra, ma anche i luoghi e le pietre come quelle con cui sono stati costruiti bunker, casematte e  pillbox  ancora oggi visibili all’occhio del viaggiatore che attraversa la Sicilia orientale. Il nostro reportage storico inizia dal lembo più a sud est della penisola. Un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta dei posti dello sbarco degli Alleati del 10 luglio 1943. In queste spiagge, in queste coste gli americani della 45ª divisione di Fanteria della 7ª armata comandata dal generale George Patton sbarcarono intorno alle ore 3:45 su un fronte di 17 chilometri tra Punta Zafaglione e Punta

Mura Timoleontee

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Le fortificazioni greche di Caposoprano, scoperte tra il 1948 e 1954, possono essere considerate uno degli esempi più straordinari e meglio conservati dell' architettura militare antica. Il muro di cinta si sviluppa per circa 300 metri marginando l'estremità occidentale della collina di Gela e racchiudendo la città greca nel periodo compreso tra il IV e il III sec. a.C. , forse a partire dal momento della sua ricolonizzazione ad opera di Timoleonte fino al momento della sua distruzione ad opera del tiranno agrigentino Phintias.  Qualche studioso ha ritenuto di poter datare la costruzione del muro già alla fine del V sec. a.C. poco prima della presa di Gela da parte dei Cartaginesi; ad età Timoleontea sarebbe, invece, da attribuire solo la sopraelevazione in mattoni crudi. Particolare è la tecnica di costruzione del muro: la parte inferiore, dello spessore di m. 2,80, è in blocchi di pietra arenaria ed è costituita da una doppia cortina di conci squadrati concatenati e con r

Lago Biviere

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Tra la città di Gela e la foce del fiume Dirillo, immerso tra le ultime dune prospicienti il Canale di Sicilia, è adagiato il Lago del Biviere, il più grande lago costiero della Sicilia . Lo specchio d'acqua si trova all'interno di una  Riserva Naturale Orientata , istituita nel 1997 ed affidata in gestione alla   LIPU , con lo scopo di tutelare una delle più importanti zone umide della Sicilia, dove l'avifauna migratrice sosta durante gli spostamenti dall'Africa al Nord Europa e viceversa. L'area, che si estende per circa 131 ettari (120 occupati dal lago e il resto zone umide e dune) ,  dista circa otto chilometri da Gela  e si può raggiungere facilmente imboccando la  SS 115 Gela-Vittoria  e dopo, circa due chilometri dallo stabilimento industriale imboccando, a destra, la  SP Gela-Scoglitti . I suoi confini sono delimitati dai suoi affluenti e da una zona di dune dette  "Macconi"  di un centinaio di metri. Il Biviere è un lago molto antico ta

A fimmina nura

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Fino ai primi degli anni Cinquanta sulla piazza principale di Gela troneggiava un busto marmoreo di Re Umberto I. Realizzato con marmo di Carrara dallo scultore palermitano Antonio Ugo e inaugurato nel 1903, tre anni dopo l’assassinio del monarca, fu voluto allora da tutta la città perchè rappresentava il sentimento di amor patrio e la dedizione alla casa sabauda dei gelesi. Nel 1952, al posto del busto del re, non si sa per quale recondito motivo, fu impiantata una statua bronzea di una florida donna nuda raffigurante, si disse, Demetra, dea greca delle messi. La statua, opera dello scultore bagherese Silvestre Cuffaro, fu commissionata dalla Regione Siciliana e regalata al compianto On.le Salvatore Aldisio il quale pensò bene di donarla alla sua città natale, anche se non sapeva di preciso che cosa raffigurasse. Infatti, nel giorno dell’inaugurazione, alla presenza di autorità civili, militari e religiose e di una strabocchevole folla che riempiva completamente la piazza,

Villa Garibaldi

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Realizzata su un terrazzamento retrostante il convento dei Cappuccini, la villa è delimitata dalle vie Cappuccini e Salvatore Aldisio (fra di loro ortogonali) e dal profondo avvallamento (detto "burrone") che ne descrive il margine sud-orientale; si trova lungo la strada che, con denominazioni diverse, attraversa Gela seguendo un tracciato all'incirca parallelo alla linea di costa e che, non lontano dal porto, intercetta la anomalia orografica del "burrone". Quest'ultima si protende fino a raggiungere il mare, con una vegetazione (spontanea e non) piuttosto consistente, configurandosi come virtuale prolungamento della villa e come una possibile area di mediazione tra porto e spiaggia. Sicché, oltre a risolvere - a costo relativamente basso - uno dei problemi tipici delle espansioni urbane, il giardino è già predisposto per altre opportunità come, del resto, dimostra la presenza di due ingressi monumentali: l'uno su via Aldisio (verso la città), l'